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Gondolieri - Il Gazzettino d'hier dimanche 10 décembre

 
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Pietro



Inscrit le : 15 Sept 2006
Messages: 307
Localisation : Venezia

Message Posté le : Lun 11 Déc 2006, 11:12:45    Sujet du message: Gondolieri - Il Gazzettino d'hier dimanche 10 décembre Répondre en citant

Ci-joint un article sorti hier dans le Gazzettino sur nos sympathiques gondoliers et motoscafistes:

Citation:

Parte dal Lido un’indagine sugli appartamenti di proprietà dell’Ater e del Comune. Si cercano i redditi che sfuggono al fisco
Hanno la casa popolare, ma vanno alla Maldive
Anche gondolieri e tassisti nel mirino dei Carabinieri dopo una denuncia: pagano 36 o 50 euro di affitto al mese
Venezia
Controlli delle forze dell'ordine sugli affitti delle case popolari al Lido. Segnalati alcuni "casi" eclatanti: tassisti acquei e gondolieri che pagano d'affitto 50 euro al mese negli alloggi popolari. L'indagine è partita da una denuncia fatta da A.V., residente proprio a Città Giardino, che ha evidenziato, facendo nomi e cognomi delle persone coinvolte, alcuni "casi" sospetti. Ad esempio, inquilini che pagano un affitto simbolico (anche soli 36 euro d'affitto al mese) e poi, invece, si vedono girare per il Lido con auto di grossa cilindrata conducendo una vita agiata con ogni comodità a portata di mano.

Oppure l'episodio eclatante dell'assegnazione di un appartamento alle "case rosse" delle Terre Perse in via Malamocco ad un inquilino, il cui reddito dichiarato era in fascia protetta. Appena ricevute le chiavi, però, l'uomo si sarebbe lamentato: aveva due auto e in casa c'era un garage solo.

Nei mesi scorsi, sempre alle "Case Rosse" alcuni addetti hanno suonato il campanello per una verifica. Peccato che l'inquilino, un gondoliere, da qualche settimana fosse in vacanza alle Maldive. Così nuclei familiari, ufficialmente con basso reddito, in realtà si scoprono essere assai facoltosi. Tanto da potersi permettere anche 3 o 4 mesi di vacanza all'anno al caldo, Caraibi o Maldive, per svernare. Sono partite così subito le prime verifiche, nelle prossime settimane ci saranno anche controlli "incrociati" per accertare eventuali redditi "in nero" poi non dichiarati.

Mayera



Citation:

Venezia
Contro^le des forces de l'ordre sur les loyers des HLM au Lido. Quelques cas éclatants ont été signalés: motoscafistes et gondoliers qui payent 50 €/mois dans les maisons populaires.

L'enque^te est partie d'une dénonciation faite par A.V., résident à la Cité Jardin qui a souligné les noms et prénoms des personnes impliquées dans des cas suspects.
Par exemple des locataires payant un loyer symbolique (36 €/mois) et qu'on voit ensuite se balader en grosses cylindrées en menant une vie aisée avec toutes les commodités à portée de la main.

Ou encore l'épisode éclatant de l'asségnation d'un appartement dans les "maisons roses" des Terres Perdues via Malamocco à un locataire dont le revenu était dans la catégorie dite protégée (très faible). A peine reçu les clés, il s'est lamenté: il avait 2 autos et il y avait seulement une place de garage.
Dans les derniers mois, toujours dans les "maisons roses", quelques fonctionnaires ont sonné pour une vérification. Dommage que le locataire, un gondolier, soit depuis quelques semaines en vacance aux Maldives. On découvre ainsi que beaucoup de familles aux revenus théoriquement bas sont en réalité très à l'aise. Au point de pouvoir se permettre 3 ou 4 mois de vacance à l'année au chaud, aux Caraibes ou aux Maldives.

Ainsi les premiers contro^les croisés sont partis pour vérifier les revenus non déclarés.
Mayera



C'est vrai que cela fait toujours ra^ler de voir ces catégories à la limite du souteneur et qui par surcroi^t sont très généralement des brutes épaisses incultes [personnellement je suis derrière eux dans les listes pour inscrire ma fille à la créche et ce sera kif-kif pour l'école maternelle -les gondoliers disent tous meskine bezef et je suis salarié].

Effectivement beaucoup de brutes crasses - on les appelle "ignoranti" - arrivent à survivre à Venise gra^ce à la manne du tourisme - avec la bénédiction de cette administration - sans se casser le tronc, qui en faisant le gondolier, qui en tenant un commerce ambulant de camelote, qui en faisant l'intrometteur pour le verre, etc.... Et on voit combien de jeunes diplo^més devoir faire le caissier pour ces gens-là. Le monde upside down !!! Crying or Very sad Crying or Very sad

Mais je doute à la fin que les contro^les soient très fructueux: tout est au black.

Ce qui explique la difficulté de vivre au quotidien la ville - ce dont parle l'article ci-dessous. Désolé pour le cri du coeur si ça dérange.





Citation:

La popolazione invecchia e gli edifici subiscono un rapido degrado; si moltiplicano negozi e bar, mentre sempre più case restano abbandonate.

VENEZIA - I VAPORETTI che la sera portano via i turisti sono stracolmi. Ma poche luci sono accese nelle case. E piano piano si spegneranno tutte. Il conto alla rovescia, nella città che fu dei Dogi, è cominciato, e nel 2030 qualcuno taglierà il nastro della città fantasma. Tra 24 anni, se l'esodo che continua inarrestabile da 40 anni andrà avanti a questi ritmi, Venezia non avrà più neanche un abitante. Solo frotte di turisti. Sono 18 milioni l'anno già oggi, 50mila in media al giorno.

E Tra vent'anni rischiano di essere il doppio. Residenti zero, turisti centomila. E allora il destino, sempre temuto, di diventare la Disneyland d'Italia, sarà compiuto. Si apriranno i cancelli la mattina e si chiuderanno la sera, e non sarà più uno scandalo, anzi sarà normale, far pagare il biglietto per entrare. Ma Venezia all'anno zero, senza più la sua gente, la cantilena del suo dialetto, non sarà più una città. Solo la quinta di un antico teatrino di marmi e di merletti abbandonato sull'acqua per il passatempo di legioni di turisti di tutto il mondo.

Il disastro annunciato è raccontato dalla fredda voce delle cifre dei tabulati dell'anagrafe comunale. Dal 1966 a oggi, dall'anno dell'alluvione di cui il 4 novembre ricorre il quarantennale, il centro storico di Venezia ha perso la metà dei suoi abitanti: erano 121mila nel '66, sono 62mila oggi, e 3mila di questi sono stranieri. Il calo, negli ultimi quarant'anni, è stato sempre costante - come è stato costante l'innalzamento del livello del mare: salito di 5 centimetri negli ultimi 5 anni - e non si è mai arrestato: 102mila abitanti nel '76, 84mila nell'86, 69mila nel '96. Se ne sono andati mediamente mille abitanti l'anno, con punte di mille e cinquecento, e un picco di quasi duemila raggiunto adesso: nel solo 2005 hanno lasciato la città lagunare 1.918 abitanti. Un nuovo, inquietante, campanello d'allarme. "Stiamo andando oltre il livello di guardia - dice l'assessore comunale alla casa Mara Rumiz - superato questo, Venezia non sarà più una città normale, ma si trasformerà in una mera meta turistica, e perderà il suo fascino anche per i turisti stessi".

Gli esperti di movimenti demografici prevedono che l'esodo da Venezia continuerà e le cifre aumenteranno: nei prossimi anni lo spopolamento potrebbe stabilizzarsi su una cifra leggermente superiore a quella attuale, intorno a una perdita media di 2.000-2.500 abitanti l'anno. Se sarà così, e non vi sono motivi per pensare che vada diversamente perché non si intravedono ancora segnali precisi di un'inversione di tendenza, nel 2030 lo spopolamento sarà completato, e Venezia rimarrà deserta. O meglio, vuota di abitanti ma piena di turisti. Non confortano neanche le cifre dell'intera popolazione del Comune, anch'essa in calo in tutto il territorio. Non è solo Venezia che perde abitanti, calano anche quelli delle isole dell'estuario (dai 51mila del 1966 ai 31mila di oggi) e quelli di Mestre e della terraferma: da 193mila a 176mila. In quarant'anni l'intero Comune ha perso 100mila abitanti, scendendo da 365mila a 269mila. "Pochi per la città capoluogo del Veneto e che vuol essere un punto di riferimento nazionale e internazionale per la qualità di servizi e l'offerta culturale", dice l'assessore.

Perché se l'esodo della popolazione è il male più grave di Venezia, l'emergenza più acuta, più ancora dell'invasione turistica, dell'acqua alta e del pericolo di nuove alluvioni, la prima causa che lo ha determinato è proprio il problema della casa. Non solo perché dopo l'alluvione vennero abbandonati 16mila pianiterra divenuti inabitabili, ma perché i costi delle abitazioni sono diventati insostenibili per i residenti. Oggi una casa a Venezia, in un mercato dominato da cittadini stranieri con maggiori possibilità economiche, viene venduta dai 6 agli 8mila euro al metro quadro, mentre per un appartamento di 80 metri quadri in affitto nelle zone del centro vengono chiesti in media 2mila euro al mese. Inoltre gli sfratti sono molti, e tante case diventano locande e bed & breakfast. Negli ultimi anni, secondo l'Osservatorio Casa del Comune, ce n'è stata un'autentica invasione: ben 706 appartamenti del centro storico sono stati trasformati in alloggi per turisti. Al Comune, che è proprietario di 4.839 alloggi pubblici, sono giunte quest'anno 2.835 nuove domande di cittadini veneziani che chiedono di diventare inquilini di una casa pubblica.

Ma ad accrescere le difficoltà di chi decide di rimanere a vivere a Venezia, si aggiungono la velocità del degrado delle abitazioni, gli alti costi di manutenzione di case spesso vecchie, malandate, aggredite dall'umidità, e i disagi provocati ai residenti dall'onda del turismo: dalle difficoltà per salire su un vaporetto stracarico a quelle di trovare un ristorante "normale" a prezzi normali. Se l'esodo ha spopolato e invecchiato la città (un quarto della popolazione ha più di 64 anni), l'eccesso
di turismo ne ha cambiato i connotati.

Basta vedere che chiudono i negozi che segnano la vita di tutti i giorni: panettieri, macellai, fruttivendoli, droghieri, calzolai, fabbri, falegnami, sarti, merciaie. Perfino le vecchie osterie. Al loro posto aprono boutiques grandi firme, multinazionali del fast food, botteghe di paccottiglie, bancarelle di maschere di Taiwan, merletti di Burano della Cina, vetri di Murano della Romania. E la città, sempre più stravolta e invivibile, è dominata da clan rapaci di osti e affittacamere, intromettitori e battitori abusivi, gang di motoscafisti, corporazioni di gondolieri avidi e bancarellari furbi. Grida, divieti, proteste, denunce, non bastano. Ogni sera c'è una luce che si spegne e una finestra che si chiude.

(Fonte: la Repubblica)

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