Pietro
Inscrit le : 15 Sept 2006 Messages: 307 Localisation : Venezia
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Posté le : Mer 03 Jan 2007, 23:21:52 Sujet du message: Un beau programme |
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Ci-joint la copie d'un article d'un groupe d'illuminés pour combattre le tourisme à Venise. Le maire les a déjà fait cocus mais ils y croient encore...
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Mercoledì, 3 Gennaio 2007
L’OPINIONE
RIDUCIAMO IL TURISMO DI MASSA NEL CENTRO STORICO VENEZIANO
del FRONTE ULTIMI VERI VENEXIANI *
Come andiamo ripetendo da diverso tempo, il turismo o meglio questo "turismo di massa" è l'unica vera causa della mutazione sociale e commerciale del centro storico a Venezia. Disgraziatamente chi ci ha governato ma, anche chi ci governa, non ha mosso e non muove dito per bloccarne il corso, anzi... Purtroppo i veneziani, continuano inconsapevoli a non vedere che la nuova peste del terzo millennio sta bussando alle loro porte. Chiave di volta del gravissimo degrado socio-economico, due punti nodali
A) - Il costo fuori controllo del mattone, provocato: 1) dall'economia turistica di massa, con la sua voracità di alloggi e di spazi per le proprie attività ricettive, 2) dalle richieste di abitazioni temporanee provenienti dal mondo universitario, 3) dai mercati speculativi, investimenti ad alta evasione fiscale (affitti a conduttori non residenti per brevi periodi), 4) dalla mancanza di una naturale espansione edilizia; nel centro storico veenziano, è negata per la sua naturale struttura morfologica, 5) dall'endemica situazione dei sistemi di mobilità pubblica, ahimè ancora ottocenteschi.B) - La mancanza di una saggia programmazione economica alternativa alla turistica. Purtroppo questi due punti fondamentali, continuano ad alimentarne e determinarne l'irrefrenabile crescita, scalzando il residente e le attività ad esso collegate. In altre città storiche, normalmente il proprio "centro storico" è fagocitato dal turismo, determinando una naturale e tranquilla migrazione del residente, in aree periferiche dove il cittadino è consapevole di vivere e abitare, comunque, nella "sua città". Qui da noi, il residente è sradicato dalla "sua Venezia" (il centro storico è un "corpus" unico e circondato dall'acqua, la periferia non esiste, vera ed unica differenza rispetto qualsiasi altra città), la sua "forzata" migrazione, a tutti gli effetti, è considerata una vera e propria espulsione, cioè l'ex veneziano si sente emarginato in terraferma (Mestre, è considerata altra Città, e lo è), il cui ambiente è morfologicamente diverso, compreso lo stile di vita. Da qui, la convinzione, che la migrazione, nel nostro caso, dovrebbe essere indirizzata (politicamente) nelle isole contigue e non nella terraferma. Una progettazione innovativa finalizzata a tale scopo, costituirebbe vera espansione e rilancio della "residenzialità veneziana", ipotesi rappresentata concretamente dalle isole della Certosa e Sant'Erasmo che, se opportunamente collegate con nuovi sistemi veloci di mobilità, sono in grado di insediare oltre 50.000 nuovi veneziani provocando tra l'altro, sicuro sconquasso nel mercato immobiliare con un effetto calmiere sul costo casa. Di certo, non dimenticheremmo la necessità di contrastare ulteriormente il mercato immobiliare speculativo: decreteremmo, nei passaggi di proprietà, l'obbligo di residenza accertata per almeno 10 anni, legifereremmo una tassa regionale sulle proprietà immobiliari dei "non residenti", bloccheremmo ulteriori autorizzazioni per le attività ricettive, attueremmo una seria politica di sostegno alla casa per giovani coppie, intercettandole tra la presenza studentesca. Termineremmo con l'imporre un'imposta globale sul turismo attraverso card, quale unico strumento per poter accedere a qualsiasi servizio pubblico (musei, trasporti, ecc.) in città, riversandone le entrate in quantità necessaria per rilanciare quei settori economici alternativi al turismo (punteremmo allo sviluppo delle economie del "Mare", porremmo in prima fila il riutilizzo dell'Arsenale con l'insediamento di una grande Università del "Mare", altro che museo & mongolfiera, apportatore di ulteriore sterile turismo) e per la residenzialità veneziana. Attiveremmo inoltre, la diversificazione dei flussi attraverso modifiche strutturali dei sistemi, delle linee e dei mezzi nella mobilità pubblica).
* ultimiverivenexiani
@libero.it
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