Olia et Klod Invité
|
Posté le : Mer 31 Août 2011, 21:30:27 Sujet du message: Les chats : le problème qui se mord la queue |
|
|
Certains d'entre vous ont peut être reçu, également, ceci :
"Ripopolare Venezia di gatti quale deterrente contro il proliferare ogni giorno maggiore di topi, come più di qualcuno va suggerendo da tempo, può sembrare a tutta prima la soluzione più naturale e ovvia: in altre parole, il classico uovo di Colombo. Ma, a ben riflettere, non è purtroppo così: ché, nel propugnare tale soluzione, non si tengono sufficientemente nel debito conto alcune conseguenze che, se attuata, non potrebbe non avere. E tali inoltre da sconsigliarla nel modo più assoluto.
E’ questa almeno, in sintesi, l’opinione di non pochi veneziani, da me interpellati in proposito, assai dubbiosi sulla effettiva utilità di ripopolare Venezia di gatti al fine di debellare il problema dei topi. Nel caso ipotetico che si decidesse di farlo, vi sarebbe infatti il rischio di lì a poco – secondo essi - di dover fare inevitabilmente i conti, accanto al problema dei topi, anche con il problema non meno grave degli stessi gatti immessi nell’ambiente cittadino. Per il semplice e ovvio motivo che, vivendo liberi per strada senza una preventiva profilassi, impossibile da effettuarsi capillarmente come sarebbe necessario, finirebbero in gran parte con l’ammalarsi. E costituire, al di là del penoso spettacolo della loro sofferenza, anche un potenziale serbatoio di malattie parassitarie, virali e via dicendo.
E ponendoci nuovamente, con ogni probabilità, nella necessità di dover fronteggiare urgentemente tutto ciò con l’unica soluzione possibile, rappresentata da una sistematica e opportuna sterilizzazione di tutti i gatti randagi, alla stregua di quanto era avvenuto anni addietro di fronte alle stesse preoccupazioni igienico sanitarie create da essi. Allorché, come si ricorderà, fu giocoforza ricorrervi nonostante fosse abbastanza prevedibile che, in conseguenza di essa, i gatti sarebbero gradualmente scomparsi pressoché del tutto dai nostri campi e dalle nostre calli. Come in effetti, poi, si verificò. E come non c’è motivo di dubitare che, qualora ci trovassimo eventualmente nella necessità di adottarla nuovamente, non potrebbe non verificarsi ancora."
Résumé en bref de l'histoire (peut-être Virginie ou qq d'autre nous fera une traduction fidèle ?) :
Il y a quelques années, les vénitiens, excédés par la surpopulation des chats qui faisaient notre bonheur en tant que touristes, on décidé une castration chimique à grande échelle.
Suite au succès de l'opération, c'est la population des rats qui s'est mise à croître de façon qu'à présent, on en croise dans les rues, presque comme on voyait des chats autrefois.
On a donc arrêté de castrer les chats, espérant qu'ils s'occuperaient des rats, mais que nenni, à présent, les deux animaux seraient plus nombreux que les humains à résider dans la cité lagunaire. Cela ne fait pas le bonheur des toutous, nouvelle plaie de Venise (pas les toutous en soit, mais leurs excréments).
On accuse donc les chats d'être porteurs de maladies (comme on accuse son chien de la rage), afin de justifier une nouvelle opération de castration chimique.
Mais il n'est point question de castrer les rats, ni les pigeons, les chiens, les portugais qui prennent le vaporetto ou les touristes qui posent des cadenas sur le pont du Rialto...
C'est un peu de la discrimination féline cette histoire, et de toute façon, comme ils le reconnaissent, cela se mord la queue et ne mènera à rien... |
|